A Palla Ferma: il campionato 2024/25 del Mantova al microscopio

Adesso la palla è ferma davvero. Per almeno un paio di mesi, quando cioè il Mantova si ritroverà per preparare la seconda stagione consecutiva in Serie B. Sì perché i biancorossi alla fine ce l’hanno fatta e con il Catanzaro hanno conquistato quel punticino fondamentale per blindare la permanenza nella categoria. Che la città ha dimostrato di meritare, insieme ovviamente al gran lavoro messo in atto dalla società del presidente Piccoli dietro le quinte ed in campo. Con la speranza nemmeno troppo nascosta, su dichiarazioni dello stesso patron, di poter compiere un piccolo salto in alto la prossima stagione. Negli occhi di tutti, più che la partita finale che è stata giocata a ritmi piuttosto bassi, resta la festa finale in mezzo al campo tra i giocatori ed i tifosi, altri protagonisti di una stagione memorabile. Brontoloni, mai contenti e sempre con i mirino della critica puntato però alla resa dei conti sempre profondamente innamorati del loro giocattolino.

 

Due parole sulla stagione calcistica vanno comunque fatte. Dopo l’esaltante promozione a suon di gioco costruito dal basso, per la Serie B il Dt Botturi e Mister Possanzini avevano deciso di puntare su quasi tutto il gruppo dell’anno precedente, con qualche innesto di esperienza e di qualità. Con un budget, va ricordato, che era il terzultimo della categoria. I maggiori dubbi erano questi: 1) In B questo gioco avvolgente avrà la possibilità di essere espresso? 2) La qualità non eccelsa dei giocatori, quasi tutti debuttanti in B tra giovani ed esperti, sarà sufficiente in un torneo in cui esistono squadre attrezzate con elementi di assoluto livello? 3) La personalità dei ragazzi più giovani, talentuosi ma molti provenienti dai settori giovanili o dalla D, avrà un’impennata tale da garantire la salvezza che era l’unico vero obiettivo? Tutti quesiti che nel corso del campionato hanno dato risposte alterne, non a caso si è dovuti arrivare all’ultima giornata per tagliare il traguardo. Il Mantova nei primi mesi ebbe un impatto molto positivo, installandosi stabilmente nella parte sinistra della classifica. Poi, alla lunga, i valori generali sono emersi ed i biancorossi hanno progressivamente perso posizioni restando, fino a fine gennaio 2025, ampiamente sopra la zona a rischio. Tra febbraio e marzo poi la grande paura, con un mercato di gennaio volutamente snobbato ed il Mantova incapace di vincere (2 punti in 7 gare) sprofondato nella zona playout. Raccogliendo più complimenti che punti e con la paura di retrocedere pur giocando bene. Infine dalla gara col Sudtirol il Mantova ha ricominciato a far punti soprattutto in casa, vincendo poi il derby di Brescia e giornata dopo giornata, raggiungendo l’obiettivo con tanta fatica ma anche tanta gioia.

 

Questo, in sintesi, il torneo del Mantova. Che ha una identità forte, uno spartito chiaro ma anche, senza offesa per nessuno, qualche limite di qualità in ruoli chiave di ogni reparto. Ed ora? Il ciclo di Possanzini, mai comunque troppo amato da una parte dei tifosi per la sua intransigenza, potrebbe chiudersi con una promozione fantastica ed una salvezza epica e da vera impresa. Considerando che la Sampdoria è retrocessa in C e Salernitana e Frosinone, altre due big, si giocheranno i playout. Oppure potrebbe continuare con uno sforzo economico maggiore per, gradino dopo gradino, puntare ad un torneo un po’ più tranquillo e sereno. Queste sono valutazioni che spettano alla società. È evidente che se il ciclo si chiudesse occorrerebbe ripartire, ancora una volta, su basi certe e su un calcio che privilegi le idee ai soldi. Necessari, per carità, ma non sempre determinanti. Intanto godiamoci finalmente alcuni giorni senza stress e guardiamo avanti. Con la consapevolezza di avere una società intelligente, che programma senza illudere nessuno restituendo l’orgoglio di possedere una squadra che é amata da tutta la città. E viceversa.

 

 

 

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