Campionato di Serie A in archivio nel mondo del calcio a 5. È tempo di fare il punto della situazione in casa Mantova. Ai nostri microfoni il direttore generale della società, Cristiano Rondelli.
Siete ormai prossimi al decimo anniversario di fondazione del Mantova Calcio a 5. Purtroppo è arrivata una retrocessione in A2 Elite. Come descrivere questa annata?
“Per raggiungere la salvezza è mancata solo una buona dose di fortuna, perché con tutte le difficoltà che abbiamo dovuto affrontare tra infortuni, squalifiche e torti arbitrali, per un soffio non abbiamo centrato un play-out che avrebbe avuto del clamoroso. Ripenso ai tre punti di Pesaro persi a tavolino per un cavillo burocratico, oppure ai pareggi con Olimpus Roma, Sandro Abate e Active: gare che erano praticamente vinte. L’infortunio di Misael ha pesato come un macigno, fino a quel momento era capocannoniere del campionato. La stagione era iniziata con un ripescaggio a una sola settimana dai calendari, quando avevamo già composto la rosa di una squadra che avrebbe dovuto fare bene in A2. Essendo persone serie, abbiamo voluto rispettare gli accordi presi con i giocatori. Forse con un pizzico di presunzione pensavamo di poter arrivare a dicembre con qualche punto in più in cascina. Al giro di boa abbiamo fatto dei correttivi che si sono rivelati azzeccati visti i 21 punti del girone di ritorno. Purtroppo non è bastato per farci rimanere nella massima serie. Rimane un pizzico di amarezza”.
Quali sono i programmi per una pronta risalita?
“Siamo già al lavoro per programmare al meglio la stagione di A2 Elite, un campionato prestigioso che definirei una Serie A in miniatura. Ci sono tante realtà blasonate, per cui bisognerà farsi trovare pronti per riuscire a ben figurare nell’anno in cui festeggeremo i dieci anni di attività, nel corso dei quali il Mantova ha disputato 3 stagioni di Serie A e 3 di Serie A2. Un cammino che nessuna società di futsal ha mai fatto. Le cinque promozioni consecutive sono ancora oggi un record per gli sport di squadra”.
Relativamente al prossimo mercato ci sono già idee o novità?
“Con la regola degli italiani è diventato difficilissimo operare senza dover investire tanto. Non avendo grosse risorse cerchiamo di mantenere la nostra filosofia, quella di puntare su giovani emergenti o su giocatori in cerca di riscatto. La bontà della nostra linea è dimostrata dal fatto che tutta la Serie A cerca i nostri giocatori. anche se sono reduci da una retrocessione. Vorrei aprire un capitolo a parte per il nostro settore giovanile, che è un fiore all’occhiello per Mantova: Under 17 vice campione regionale, Under 15 campione regionale e per il secondo anno alla fase nazionale. Giovani bravi e di prospettiva, che ci fanno ben sperare per il prossimo futuro”.
Come ha risposto la piazza di Mantova nei confronti dello sviluppo del calcio a 5?
“La provincia si è legata a noi e ci segue. Non era scontato perché è uno sport giovane, che non ha radici forti come il calcio a 11, che a Mantova è sacro come il risotto. La gente arriva con curiosità al palazzetto e poi ritorna carica di interesse e passione, facendo sì che il giorno della partita ci sia sempre pubblico ed entusiasmo. Ormai siamo entrati nel cuore di molti mantovani. Invito chi ancora non ha mai visto una partita dal vivo a venire in palestra. Vorrei ringraziare ancora una volta l’azienda e tutta la famiglia Saviatesta, che oltre a sostenerci economicamente è entrata in maniera stabile nel progetto con competenza e serietà, dimostrando grande attaccamento ai colori biancorossi e portandoci ad essere, nel calcio a 5 e non solo, un punto di riferimento in ambito locale e nazionale. Sono convinto che con questi presupposti arriveranno risultati prestigiosi, perché alla fine nello sport come nella vita il lavoro e il sacrificio pagano sempre”.
Glauco Nicolini