L’estate 2025 lascerà un segno profondo nella storia del Castiglione, reduce da un accordo prestigioso con l’Atalanta. Il rossoblù dei Mastini s’intreccia con il nerazzurro della Dea perché il club guidato dal presidente Andrea Laudini e dal direttore generale Giancarlo Perani diventerà a tutti gli effetti un centro di formazione della società orobica.
“Tutto nasce dalla volontà di far crescere sempre più il nostro settore giovanile“, racconta il massimo dirigente del Castiglione. “L’obiettivo è inserire una chiave didattica di alto livello, che possa aiutare i mister a maturare in personalità e competenze calcistiche. Il nostro intento, infatti, è formare tecnici di spessore, costruirli in casa, innestare sulla loro dedizione e sul senso di appartenenza che li anima il valore aggiunto di un sapere che un club come l’Atalanta può trasmettere”.
Si tratta di un’intesa che parte da lontano. “I primi approcci iniziarono 2-3 anni fa, dopo l’insediamento di Samaden. Non volevamo limitarci ad una semplice affiliazione. Cercavamo una sinergia attiva e produttiva, puntando ad essere un vero e proprio centro di formazione. Una dimensione simile consente interazione costante con la ‘casa madre’ e frutti concreti nello sviluppo della metodologia e dell’organizzazione”.
Ci sarà un ponte, dunque, a collegare Bergamo e Castiglione. Alla presentazione del progetto erano presenti allo stadio Lusetti figure chiave del vivaio atalantino: Maurizio Marchesini (responsabile DEA Academy Elite); Giovanni Bonavita (responsabile scouting Lombardia); Stefano Bonacorso (responsabile Attività Pre-agonistica) e Guerrino Chio (referente scouting di zona). “I tecnici dell’Atalanta garantiranno supervisione costante e lavoreranno spalla a spalla con il nostro responsabile del settore giovanile, Cristian Minacapelli. Puntiamo a produrre giocatori di calcio. I benefici riguarderanno tutti i tesserati, non solo i talenti migliori, poiché tutti saranno coinvolti in questo processo”.
Per alcuni di loro sarà lecito sognare di indossare una maglia che vanta ormai una caratura europea. “L’area scouting dell’Atalanta, ovviamente, sarà parte del progetto. Spalancare le porte del professionismo ai giovani più promettenti è una prospettiva che ci piace. In questi anni ne abbiamo portati una decina in realtà come Cremonese, Verona, Atalanta stessa e perfino Cagliari. Ovviamente non chiudiamo le porte agli altri club, ma l’Atalanta avrà la priorità. Auguriamo il meglio a chi spicca il volo. Se non riusciranno a confermarsi a quei livelli li accoglieremo nuovamente qui a braccia aperte”.
I processi avviati grazie a questa partnership non escludono la Prima squadra. “Potranno esserci riflessi significativi anche lì. Un vivaio sempre più forte ci permetterà di portare sempre più ragazzi in prima squadra, è inevitabile. Quest’anno avremo in rosa elementi del 2007 e del 2008. La direzione è questa”.
Nessuna trovata commerciale, dunque, ma un progetto vero. “Esporre il marchio Dea Academy non è la nostra priorità, infatti è stato siglato un accordo quadriennale. Sarà una lunga semina. Abbiamo scelto l’Atalanta perché è una realtà internazionale, che è stata capace di andare oltre i confini regionali e nazionali. La rivalità con Brescia? C’è sempre stata, ma è semplicemente sportiva. Ormai l’Atalanta appartiene ad un contesto differente, è riconosciuta anche qui come eccellenza in tutto ciò che fa, raccoglie apprezzamenti trasversali che vanno oltre il tifo. Crediamo molto in questo progetto ma non snatureremo la nostra identità. Lo stemma resterà quello di sempre, idem i colori delle maglie. In Lombardia ci sono solamente cinque centri di formazione, è un onore far parte di questo quintetto”.