A Palla Ferma: Carrarese-Mantova al microscopio

Dopo nove giornate di Serie B la classifica è buona, soprattutto in considerazione delle premesse di partenza da parte della società che ha posto l’obiettivo salvezza come prioritario. Dodici punti in classifica, decimo posto con discreto margine sulla zona a rischio e addirittura per i più ottimisti uno sguardo verso le posizioni di privilegio. Il pareggio di Carrara ha poi interrotto l’emorragia di sconfitte in trasferta, tuttavia non occorre avere vergogna di dire che il punto conquistato nel civettuolo (e poco più) Stadio dei Marmi è stato la cosa migliore della gara forse peggio giocata dai biancorossi in questo avvio di Serie B. Chiariamo subito una cosa: la critica, ovviamente se costruttiva, è fondamentale per una crescita globale nei confronti di una squadra che amiamo. Chiudere gli occhi equivarrebbe da parte di un genitore a non dare un consiglio ad un figlio che ha commesso un errore o una leggerezza.

 

SCARSA PERSONALITA’ IN TRASFERTA

Che il Mantova si esprima in maniera nettamente diversa in trasferta rispetto che in casa è un dato oggettivo, stigmatizzato dai numeri. Stavolta però l’atteggiamento è stato ancora più remissivo del solito ed il pareggio, anche se accolto con grande soddisfazione, non può essere sufficiente soprattutto in prospettiva futura. Tutte le altre volte, pur perdendo, la squadra di Possanzini ha prodotto gioco ed è sempre rimasta in partita, pagando incertezze letali in fase difensiva e il poco cinismo in attacco. A Carrara no. Il primo tempo è stato pressoché totale appannaggio dei locali che, consapevoli di una qualità non straordinaria, l’hanno messa sul ritmo e sull’aggressività, Costruendo almeno 4 occasioni da gol ed andando al riposo certamente in credito con il risultato. Per contro il Mantova si è limitato ad agire di rimessa ma senza neppure grande convinzione, non riuscendo mai ad essere pericoloso dalle parti del portiere avversario. Essendo la prima volta, si tratta di capire se si tratta di un episodio dettato dalla ripresa dopo la sosta, di una mancanza di personalità congenita in una rosa che conta su molti giovani molti dei quali al debutto in B, oppure della conseguenza della mancanza di Mensah come punto di riferimento offensivo. Cosa che sarebbe più grave perché alle assenze occorrerebbe sempre sopperire, anche con un cambio di modulo.

 

RIPRESA APPENA MEGLIO MA NON BASTA

Nel secondo tempo la gara si è un po’ afflosciata più per demeriti dei locali, evidentemente calati, ed il Mantova non ha saputo approfittarne come di consueto trovando gli spazi per andarsi a meritare il gol. Biancorossi più propositivi però senza una manovra nitida e aggirante, al di là delle possibili contromisure adottate dai rivali. Eppure è arrivata la rete del vantaggio, grazie ad un rigore concesso al Var per un intervento maldestro di gomito di un difensore toscano. Mancuso in qualche modo ha trasformato ed a venti minuti dal termine il vantaggio acquisito avrebbe dovuto essere difeso con le unghie e con i denti. Proprio perché arrivato quasi inaspettato in casa di una formazione con la quale probabilmente si dovrà lottare per mantenere la categoria. Invece nemmeno due minuti dopo la Carrarese ha pareggiato trovando nettamente spiazzata, come reparto, la difesa biancorossa da destra verso sinistra su un lancio lungo ma velleitario verso l’area. Rischiando poi l’ennesimo autolesionismo con una palla persa da Festa e salvata sulla riga, con l’aiuto della traversa da Redolfi.

 

SALVEZZA DA CONQUISTARE PALLA SU PALLA

Posto che ci si deve dimenticare il cammino stratosferico della passata stagione e che la salvezza sia l’unico, vero obiettivo da perseguire, alcune considerazioni vanno fatte. Lo stesso ds Christian Botturi durante la sosta aveva lanciato un piccolo allarme sull’attenzione e la concentrazione che i giocatori devono avere in ogni frangente della partita. Alzando il livello in ogni episodio perché può rivelarsi decisivo, nel bene come nel male. Il richiamo è caduto nel vuoto, o quasi, dato che proprio quando si trattava di digrignare i denti e magari anche essere un po’ più “sporchi” si è ricaduti in leziosismi a centrocampo capaci di innescare le ripartenze ed in disattenzioni sanguinose. E’ chiaro che il Mantova è stato costruito per fare le partite piuttosto che subirle e su questo si può essere d’accordo, Tuttavia proprio perché la salvezza va conquistata sul campo non occorre avere paura di commettere qualche fallo tattico in più, di spegnere sul nascere le iniziative degli avversari, di assumere il controllo della gara anche se non la si può comandare. Non significa giocare a pallonate, adottare un atteggiamento distruttivo e antisportivo. Soltanto assumere la consapevolezza che il risultato è la parte fondamentale di un percorso che porta alla salvezza. A volte invece si ha l’impressione, ovviamente da bandire al più presto, che il Mantova abbia un pizzico di inconscia presunzione, magari retaggio del torneo dominato in lungo ed in largo l’anno scorso. In B, mettiamocelo bene in testa, non sarà così. Nessuno chiede a Possanzini di snaturarsi, però è lecito trovare dei correttivi a questa situazione intanto che la classifica è ancora bella.

 

CICLO DI FERRO

Queste considerazioni assumono ulteriore importanza alla vigilia di un ciclo di quattro gare contro alcune big del campionato: domenica trasferta a Genova con la Sampdoria, poi in casa con il Palermo, a Reggio Emilia con il Sassuolo ed al Martelli con la Cremonese. Squadre dalla oggettiva qualità, superiore probabilmente a quella biancorossa, del resto costruite per vincere. Ci piace l’idea di un Mantova che se la gioca ad armi pari con tutte, che non scende in campo con l’unico obiettivo del pareggio, ma occorre anche rendersi conto che i punti fanno classifica, la quale a sua volta concretizza o meno gli obiettivi di partenza. Il punto di Carrara, poco bello ma tanto pesante, deve diventare la base su cui focalizzare il prosieguo del campionato. Nulla di grave quindi, però occhi aperti e testa sulle spalle.

 

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