A Palla Ferma: Sassuolo-Mantova al microscopio

La sconfitta di Reggio Emilia con il Sassuolo ha aggiunto poco o nulla a quanto già si sapeva del Mantova. Anzi, semmai ha acuito il rammarico per come è arrivata, su calcio di rigore furbescamente guadagnato da Berardi, ovvero un ex giocatore della Nazionale, dopo una palla persa con un pizzico di presunzione a centrocampo. Se poi si considera la differenza, in termini di qualità ed economici, tra Sassuolo e Mantova é ulteriormente frustrante sottolineare che i neroverdi negli ultimi minuti hanno subito la generosa pressione della squadra di Possanzini, non disdegnando di difendere in 5 e scaraventare la palla in tribuna per portare a casa punti preziosi per la loro classifica.

 

SQUADRA ANEMICA

Che il Mantova faccia fatica a segnare è oggettivo ed i numeri negativi dell’ultimo periodo non fanno altro che esaltare il concetto. Del resto va anche sottolineato che la società quest’anno, per precisa scelta, ha deciso di blindare quasi tutto il gruppo dello scorso anno, concedendosi solo un rinforzo di peso e di categoria in attacco (Mancuso) oltre al trequartista Aramu. Entrambi comunque reduci da annate sottotono. Ma anche lo scorso anno, se si va a vedere, le reti nel reparto arrivarono soprattutto con le invenzioni di Galuppini o di Fiori. Lo stesso Mensah pur facendo un lavoro straordinario segnò solo 5 reti, per non parlare di Debenedetti che segnò l’unica rete nella poule scudetto contro il Cesena.

MANCANO I GOL DI CENTROCAMPO E DIFESA 

Sempre lo scorso anno Brignani, difensore centrale, realizzò 8 reti pesanti, come del resto Radaelli ne fece 5. Concludendo con Bragantini e Muroni che a loro volta segnarono reti decisive, tanto che si parlò a buon diritto di cooperativa del gol. In fase di costruzione della squadra si è puntato ancora su giovani emergenti o “vecchi” (Galuppini, Panizzi, Mensah, Redolfi…) debuttanti in B, salvaguardando poi il gruppo innestando elementi di profilo buono ma dall’ingaggio non elevato. In definitiva si è deciso, senza vergogna di operare una sorta di scommessa sperando che i giovani in B fossero all’altezza e che gli esperti si calassero nella nuova categoria senza particolari problemi. Privilegiando l’organizzazione complessiva rispetto alla qualità dei singoli.

SCOMMESSA ANCORA DA VINCERE

Le prime partite, complici un calendario abbordabile e l’entusiasmo generale, avevano portato punti pesanti e illuso qualcuno che la strada potesse essere in discesa. L’ultimo mese e mezzo invece, con l’alzarsi di livello delle pretendenti, ha riportato tutti sulla terra. In B l’organizzazione è importante, forse il Mantova è la squadra che gioca il miglior calcio, tuttavia per fare punti serve vincere. Quindi segnare, spesso anche sfruttando le qualità dei singoli che a volte possono fare la differenza in contese equilibrate dove l’episodio è determinante.

CALMA E SANGUE FREDDO MA ANCHE DECISIONE

Posto che la situazione non é ancora drammatica, non bisogna chiudere gli occhi di fronte alla realtà ed ai problemi oggettivi che ci sono. Analizzando con lucidità, prima che sia troppo tardi, cosa serve a questa squadra per centrare una salvezza che è l’unico, vero obiettivo di questa stagione. Prendendo coscienza di capacità ma anche di limiti che ha questo gruppo. Che, ripetiamo, ha dominato la C ma non è in grado di farlo in questa categoria superiore. La gratitudine è una bella cosa, però a volte occorre prendere decisioni scomode o antipatiche in funzione di un traguardo troppo importante per il futuro del club. Cosa fare dunque? Per il momento compattarsi riducendo al minimo le percentuali di errore incassando più punti possibili. Poi a gennaio intervenendo con puntualità sul mercato per potenziare la squadra dove serve. A costo anche di qualche partenza eccellente.

 

 

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