Per evitare fraintendimenti o illusioni, queste ultime ormai sempre più flebili, è bene fare due cose da parte di chi si occupa delle cose del Mantova 1911. La prima è che bisogna accantonare, o mettere nell’archivio dei 113 anni di storia del calcio biancorosso, quanto accaduto lo scorso anno. Un mix tra competenza, tecnica, qualità, sorpresa, unita a quel pizzico di buona sorte che spesso fa la differenza, che ha portato tutti a vivere una stagione fantastica e per certi versi irripetibile. Con una squadra costruita con molti giovani presi da categorie inferiori o settori giovanili, mescolata con 3-4 “vecchi” o esperti, che grazie alla sapiente mano di Mister Possanzini ha finito per dominare un Girone A di Serie C dall’alto di una organizzazione nettamente superiore. Quello appartiene al passato e come tale va considerato
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In estate si è pensato che quella traccia fosse il punto di partenza per un percorso rivolto solo verso l’alto. Con un occhio attento e importante verso il bilancio ma forse anche con un pizzico di presunzione si è ritenuto che confermare in blocco, o quasi, tutti gli interpreti di quella stagione storica significasse automaticamente proseguire in un cammino in discesa. Ma, ed eccoci al secondo punto, la Serie B oltre che di organizzazione é fatta di qualità e il grosso punto di domanda è capire se la rosa a disposizione di Mister Davide Possanzini sia all’altezza, in questo senso, delle rivali. Non per ambire a sogni di grandezza, anche solo per mantenere la Serie B. Perché a questo punto perderla significherebbe fare un passo indietro forse imperdonabile per la presunta programmazione futura del club.
POCHE COSE MA CHIARE
A questo punto dopo 16 giornate, senza pretendere che l’area tecnica abbia la bacchetta magica trasformando buoni giocatori di C in gente all’altezza della nuova categoria, restano poche cose da fare quando il campionato volge al giro di boa. Innanzitutto ribadire la fiducia incondizionata, se esiste, in Mister Possanzini e nel suo staff, nella convinzione che su queste basi si possa e debba raggiungere l’obiettivo della salvezza. Fatto questo, si ragiona in ottica mercato. Senza vincoli di riconoscenza, che è una bella cosa ma rischia di spostare il mirino sui traguardi che si vogliono centrare. Ovvero se esiste la disponibilità economica per migliorare la rosa, senza svenarsi, occorre farlo. Ringraziando all’infinito chi ha contribuito ad una stagione che rimarrà negli annali ma che sta facendo fatica a confermarsi in categoria superiore. Non ci sono soldi? Bene, a questo punto lo si chiarisce e si rema tutti nella stessa direzione. Mettendo in conto che si potrebbe andare incontro anche ad insuccessi spiacevoli ma che rientrano nell’ottica dei ragionamenti appena fatti.