Che il Mantova di inizio stagione fosse troppo brutto per essere vero se ne è avuta una piccola grande conferma nelle ultime due gare e mezzo, mettendoci dentro anche l’orgoglioso secondo tempo di Castellammare di Stabia. Piccola perché la trasferta di Avellino e la partita di ieri col Sudtirol hanno prodotto soltanto due punti per una classifica che necessita di vittorie per essere risalita. Anche grande tuttavia perché riuscire in qualche modo a raddrizzare una barca che faceva acqua da tutte le parti permettendole di ritrovare un po’ di identità e di organizzazione non è cosa di poco conto.
Attenzione però. Con questo non vogliamo dire che la strada sia automaticamente diventata in discesa. Tanti restano i problemi da risolvere per Possanzini, dalla difficoltà a fare gol, al contrario dalla facilità con cui alla prima occasione si lasciano spazi in difesa che diventano letali. In generale una squadra che ha trovato si un po’ di brillantezza e dinamismo a centrocampo con l’inserimento di qualche giovane come Artioli e Paoletti, a discapito però di una qualità e di una personalità che sembrano ancora piuttosto fragili.
Del resto, senza offendere nessuno, se nella squadra di partenza di ieri c’erano 9/11 (tranne Bonfanti e Castellini) dell’anno scorso, compresi Paoletti e Artioli che fecero solo qualche apparizione, significa che il mercato non ha dato quanto si sperava. In termini tecnici, tattici e mentali per permettere quel famoso salto di qualità indicato come obiettivo della nuova stagione. Qualcosa Possanzini ha corretto, come il centrocampo a tre e come il ricorso ad una sorta di squadra base, dato che rispetto ad Avellino ha cambiato solo un giocatore (Ruocco per Caprini). Piccoli puntelli sui quali tentare una rimonta che a oggi, considerata la classifica corta in fondo, non appare impossibile. A patto di iniziare a fare un filotto di risultati positivi che oltre a regalare punti portino autostima nel gruppo e nell’ambiente.
Non sarà per nulla facile, lo si è capito da tempo. Dobbiamo prepararci ad un torneo di sofferenza, dove la tanto attesa svolta, se c’è, non sarà dietro l’angolo. L’entusiasmo trascinante che trasmetteva questa squadra gli anni scorsi talvolta si traduce in speranza, poca fiducia che diventa frustrazione quando si deve fare i conti con un pizzico di sfortuna. Possanzini a sua volta sembra avere perso un po’ di certezze e le sue analisi ottimistiche sembrano avere preso la via del realismo. Della serie “continuiamo a lavorare che è l’unica via che conosco per uscire dai momenti difficili”. Speriamo basti, in attesa di integrare questa rosa, a gennaio o forse prima, con elementi in grado di dare maggiore forza e compattezza.
A.S.
N.B. Fotografia pubblicata su gentile concessione di Mantova 1911 che ne detiene la proprietà