Non ci interessa dire “l’avevamo detto” perché sappiamo che il calcio è foriero di smentite rapide in positivo e negativo. Di certo abbiamo sempre cercato di analizzare con razionalità i momenti di entusiasmo a seguito del tris di vittorie consecutive come sottolineato i limiti di questa squadra da agosto in poi. Anche ieri 9/11 della formazione di partenza erano quelli dello scorso anno. Eccetto Castellini, ben integratosi al centro della difesa, e Bonfanti che invece per quanto venga incitato, spronato, sostenuto dal mister proprio rischia di passare per un caso. Mantovani è fuori per infortunio ma onestamente non aveva incantato, Majer difficilmente calcherá ancora il Martelli, Marras e Caprini sono giovani e quindi vanno a fasi alterne, Falletti viene impostato da mezzala perché nei trequartisti per lui non c’è posto, Pittino e Mullen, se non hanno giocato ieri con mezza difesa indisponibile evidentemente non godono di tanta fiducia da parte del Mister.
Insomma ce n’è abbastanza per ribadire che il mercato estivo è stato nettamente sbagliato, in un Mantova che si era salvato all’ultima giornata ed aveva bisogno di rinforzi pronti. Aggiungiamo inoltre che il modulo su chi era stata costruita (4-2-3-1) è stato rivoluzionato sull’altare del 4-3-3 dopo la partenza disastrosa ed il quadro è fatto. Ovvero una squadra fragile, che su basa sulle poche certezze dello scorso anno (Trimboli, Mancuso, Radaelli, forse Cella), su qualche giocatore in ribasso (Mensah, Fiori messo da parte, Bragantini infortunato da tempo) e su qualche giovane di belle speranze (Ruocco, Artioli, Paoletti). Poco per ambire ad un campionato, come si sperava, lontano dai patemi della scorsa stagione. È evidente che la rosa va rinforzata con 4-5 elementi di ampia affidabilità per sopperire agli errori estivi e permettere a chi gioca poco o mai di trovare spazio altrove. Sperando ovviamente che la ciambella riesca col buco.
La partita di ieri con la Reggiana ha messo a nudo, a nostro avviso, il quadro che abbiamo delineato qui sopra. E siccome i tifosi sono brontoloni ma non sempre e solo contestatori a prescindere, lo hanno capito da tempo. Illudendosi che il tris di vittorie mettesse a posto le cose ma sapendo anche bene che i miracoli sulla terra raramente accadono. Tutto questo è compito del nuovo Ds Rinaudo che in questo mese e mezzo avrà capito (ci auguriamo) cosa manca e dovrà metterci mano. Quanto a Possanzini che dire? Qualche tempo fa, all’indomani del largo successo sullo Spezia, scrivemmo che nel bene e nel male il Mantova di questi tre anni è a sua immagine e somiglianza. Ci tocca ripeterci. La sua squadra gioca a memoria, ha ritrovato un pizzico di identità, colleziona passaggi in serie ma verticalizza sempre poco. Al netto delle scelte che restano sempre e comunque di sua competenza. Senza fare tabelle, giochiamo una per volta le difficili tre gare che restano alla fine del 2025. Poi interveniamo con decisione per l’ultima chiamata verso un torneo con un unico, solo obiettivo. La salvezza.
A.S.
N.B. Fotografia pubblicata su gentile concessione di Mantova 1911 che ne detiene la proprietà

