Michele Jacopetti, la testa nel pallone e il cuore a metà fra San Lazzaro e Milan

Michele Jacopetti, direttore sportivo del San Lazzaro, racconta la sua esperienza calcistica.

Come è iniziato il percorso da direttore sportivo?
“Sono cresciuto nel San Lazzaro come calciatore prima e allenatore poi della Juniores a Gonzaga e di nuovo qui al San Lazzaro, smettendo di allenare”.
Cosa vuol dire esser ds?
“Qui è molto semplice. Il focus è sui ragazzi giovani sia del nostro vivaio che di quello del Mantova con cui abbiamo una grande collaborazione”.
Com’è stato per due anni svolgere contemporaneamente il doppio ruolo all’inglese di direttore sportivo/allenatore?
“Un po’ più complicato. Prima pensare e poi fare. Il lato positivo era che non dovevo chiedere all’allenatore quali giocatori voleva. Il doppio ruolo è fattibile nel calcio dilettantistico ma difficile in quello professionistico. Tornare a fare solo il ds è meno stressante e star sul campo non mi manca”.
Il suo futuro è sempre al San Lazzaro?
“Il calcio per me è il San Lazzaro. Anche quest’anno vogliamo migliorarci rispetto all’anno scorso. L’obiettivo è sempre la salvezza, ma una volta raggiunta si può pensare ad altro”.
Segue il calcio professionistico? Che squadra tifa?
“Sono milianista fin da bambino, dai tempi del trio olandese Gullit, Van Basten, Rijkaard”.
Jacopetti, 41 anni residente a Mantova con la moglie e tre figli, oltre al calcio svolge la mansione di capo servizio di un’azienda di vigilanza a Modena.
L.S.
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