Il capolavoro alla guida dei Pirati del Mincio e poi il passaggio alla Poggese 1915, anch’essa neopromossa in Promozione: il prossimo 8 dicembre Matteo Melara farà ritorno al “Pietro Vicini” di Governolo per la prima volta da avversario.
DALL’INFERNO AL PARADISO
“Sicuramente -sottolinea l’ex allenatore della Governolese– non tornerò con il dente avvelenato perché il legame con tante persone che ho conosciuto è rimasto forte così come con un ambiente nel quale sono stato benissimo”. Subentrato a campionato in corso, l’ex difensore centrale del Livorno ha traghettato i Pirati dalla zona play-out all’incredibile salto di categoria: “Sono arrivato a Governolo -ricorda Mister Melara- grazie all’amicizia con Gabriele Graziani e con il diesse Marco Dalmaschio, prendendo il timone di una squadra in mezzo a un mare di difficoltà anche se, onestamente, vedendo gli allenamenti non riuscivo a capire come mai i ragazzi fossero tanto indietro in classifica. Le qualità tecniche c’erano ma da sole non bastavano, ci voleva più spirito di gruppo, più regole all’interno dello spogliatoio, in una parola essere squadra. Dopo l’iniziale diffidenza, i calciatori mi hanno seguito con sempre maggiore fiducia e convinzione e piano piano i risultati ci hanno dato ragione”. “A febbraio -aggiunge- quando eravamo risaliti fino a lottare per i play-off, la società ci ha comunicato che a fine stagione avrebbe cambiato sia guida tecnica che direttore sportivo e quindi sapevamo benissimo che le nostre strade si sarebbero separate. A quel punto, visto che la situazione era impossibile da ricomporre, sono emersi i valori morali del gruppo che si è ulteriormente compattato e ha realizzato un capolavoro sportivo e umano”.
PASSAGGIO ALLA POGGESE
Conquistata sul campo con la Governolese, Melara sta affrontando la Promozione sulla panchina della Poggese 1915 ripescata ad agosto e costruita per vincere il campionato di Prima categoria. “Poggio Rusco -spiega- è una piazza importante, con un passato glorioso alle spalle e grande voglia di tornare ad alti livelli. Il ripescaggio ha portato un’ondata straordinaria di entusiasmo che sarà la nostra benzina per misurarci nella nuova realtà. In queste prime partite stiamo cercando di capire il nostro reale valore e se siamo all’altezza della nuova categoria, poi alla fine del girone d’andata faremo un primo bilancio”. “Martina e Akimbinu -prosegue il neo tecnico della Poggese- sono partiti alla grande, non soltanto per i gol segnati ma per il contributo che stanno offrendo. Le loro doti tecniche non le ho scoperte io ma devo dire che hanno trovato subito l’intesa dentro e fuori dal campo e mi auguro possano ,attenere a lungo questo stato di forma”.
GLI ANNI D’ORO A LIVORNO
Nato a Mirandola (MO) l’8 luglio 1979, Melara è cresciuto calcisticamente nelle giovanili del Bologna fino alle soglie della Prima squadra ma senza la soddisfazione del debutto. Poi la Serie C2 ad Alessandria e la promozione in C1, quindi una stagione alla Cremonese e il trasferimento a Livorno dove ha trascorso ci questo stagioni, le migliori della sua carriera. “Al primo anno 2001/02 -racconta- abbiamo subito vinto il campionato di Serie C1 con Osvaldo Jaconi in panchina e da lì abbiamo preso il volo fino allo storico ritorno in Serie A nella stagione 2003/04 sotto la guida di Walter Mazzarri”. “L’anno dopo -continua- abbiamo debuttato a San Siro contro il Milan Campione d’Italia pareggiando 2-2. In quegli anni la Serie A era di altissimo livello e ho avuto la fortuna di incontrare attaccanti fortissimi come Adriano, Ibrahimovic, Totti, Del Piero ecc.. Come difensore mi sono ispirato a Paolo Maldini e Alessandro Nesta, due giocatori di grande classe ed eleganza e due persone straordinarie per umiltà e modo di stare in campo”.
L’IDEA DI ALLENARE
“Quando giocavo nei dilettanti -afferma Melara- ho ricoperti il doppio ruolo giocatore-allenatore con la Juniores e lì è nata l’idea di fare l’allenatore, dando consigli ai ragazzi e mettendo a disposizione la mia esperienza non solo sotto il profilo tecnico-tattico ma anche del comportamento da tenere fuori dal campo. Nel corso della mia carriera ho avuto diversi grandi allenatori come il già citato Mazzarri, Ulivieri, Zaccheroni, Novellino e lo scomparso Sergio Buso dai quali ho appreso moltissimo. Vorrei tanto avere la serenità di Carlo Ancelotti che mantiene sempre il suo imperturbabile aplomb malgrado debba sopportare pressioni enormi”
HOBBY E PASSIONI
“Nel tempo libero -sorride- coltivo la passione per gli orologi da polso di cui sono collezionista e l’hobby per la pesca. Adesso che mi sono stabilito a Mantova, con tre laghi a disposizione, mi dovrò attrezzare a dovere”.
Stefano Aloe