Primo posto con tutte vittorie tranne due pareggi e, ciliegina sulla torta, il record di oltre 800 minuti d’imbattibilità del portiere Stefano Bonfante: un girone d’andata da incorniciare per il Moglia, dominatore della Terza categoria. “Se me l’avessero detto in estate -sorride Mister Alessandro Mutti– non ci avrei creduto. E’ stata una prima parte di campionato spettacolare, sapevamo di avere una buona rosa cui abbiamo aggiunto 7-8 nuovi innesti tutti da scoprire e devo dire che tutto ha funzionato alla grande. Devo ammettere che la squadra si è dimostrata solida e completa in tutti i ruoli ed è un piacere vederla giocare. In questi giorni abbiamo staccato la spina e ci siamo rilassati, ma siamo pronti a ritornare in campo e ricominciare da dove abbiamo interrotto”.
STAGIONE 2024/25
“Rispetto a un anno fa -ricorda il tecnico dei bianconeri– quando c’erano problemi in fase realizzativa e subivamo troppi gol, quest’anno abbiamo trovato maggiore equilibrio e lo testimonia il record di Bonfante che sicuramente ha molti meriti senza dimenticare però che, contro di noi, gli avversari tirano poche volte in porta. Inoltre, i nostri attaccanti hanno tutte le qualità necessarie, caratteristiche diverse fra loro e questo mi consente di mischiare le carte ed essere sempre imprevedibili”. “L’organico -prosegue- è profondo e all’altezza della categoria e rappresenta una bella fortuna per un allenatore potrebbe disporre di una rosa così attrezzata. Diciamo che gestire il lavoro durante la settimana diventa più difficile perché su 28 calciatori ne devo scegliere 20 e escluderne 8 non è facile. In questo senso, la gestione del gruppo diventa fondamentale e così come il ruolo della società. Qui a Moglia siamo una grande famiglia, la dirigenza è sempre presente e vicina, il gruppo è formato da amici sia dentro che fuori dal campo e raramente ne ho visti di così uniti e compatti”.
FRA CAMPO E PANCHINA
“Sono nato calcisticamente -racconta Mutti– nel settore giovanile del Suzzara poi sono passato al Reggiolo e successivamente ho trascorso 8 anni al Fabbrico in Promozione. Le altre tappe da calciatore le ho vissute nuovamente a Suzzara, Casalmaggiore, Casaloldo, Governolo e Virgilio e poi ho preso il patentino da allenatore. In panchina ho iniziato dal settore giovanile del Curtatone, poi al Suzzara dove ho allenato la Juniores Regionale e la Prima squadra in Prima categoria nella stagione funestata dal Covid. Poi ancora Curtatone, Governolese e dopo un anno sabbatico, sono ripartito da Moglia e sono stato convinto dell’importanza del progetto, ambizioso e a lungo termine. Naturalmente spero di rimanere qui per tanto tempo”. “Ho smesso di giocare -aggiunge l’allenatore del Moglia– all’età di 38 anni quando ho capito di non poter stare a certi livelli e in quel momento ho iniziato a pensare ad allenare perché non mi andava di abbandonare il mondo del calcio. Un allenatore cui m’ispiro è Antonio Conte perché è molto esigente e sa tirar fuori sempre il massimo dai suoi giocatori, trasmettendo le sue idee e il suo carisma a tutte le sue squadre”.
NELLA VITA
“Sono responsabile -conclude- della verniciatura nell’azienda Novellini di Romanore che dista appena un km da casa mia, a Borgoforte. Sono tifoso dell’Inter grazie a mia madre che mi ha trasmesso la sua fede nerazzurra nata negli anni della Grande Inter e di Luis Suarez in particolare. I miei ricordi più belli sono inevitabilmente legati alla stagione del Triplete 2009/10, quando ho avuto la fortuna di vedere allo stadio la semifinale di Champions League contro il Barcellona e poi la finale a Madrid. Ma da bambino, quando volevo fare il portiere, il mio idolo era Dino Zoff di cui avevo la maglia”.
Stefano Aloe