Il ko di Cremona fa male, inutile negarlo. Al di là delle proporzioni, quello che ha tolto il fiato è stato lo choc negativo dell’ingresso in campo nella ripresa. Dopo un primo tempo che, pur con qualche episodio fortunato, aveva comunque visto il Mantova giocare con coraggio e personalità, sfiorando a sua volta in più occasioni anche la rete del nuovo vantaggio dopo quello iniziale di Redolfi. Invece come già accaduto ad esempio a Pisa, l’impatto nel secondo tempo é stato totalmente negativo con i padroni di casa capaci di ribaltare nettamente la partita con troppa facilità.

Si dice: non sono queste le partite in cui raccogliere punti, contro squadre nettamente più strutturate e pensate per obiettivi ben più ambiziosi. Ma si dice anche che spesso nei finali di stagione i valori se non proprio si appiattiscono, almeno si ridimensionano perché le poste in palio sono importanti, anche se opposte, per entrambe. Resta il fatto che un tempo a questi livelli non basta per raggiungere un traguardo che é fondamentale per la stagione attuale e quelle future. Ieri si è visto un Mantova tanto coraggioso quanto velleitario, tanto organizzato a centrocampo quanto impreciso nelle due aree, tanto volenteroso ma ad un certo punto anche impotente nei confronti dello strapotere dei grigiorossi.

Insomma del resto non si scopre l’acqua calda, men che meno a 4 turni dal termine. Il Mantova é una squadra che gioca bene, che spesso raccoglie più applausi che punti per il suo modo di giocare propositivo e offensivo, i suoi numeri importanti come possesso palla a centrocampo. Ma possiede anche la peggior difesa del campionato e l’attacco ultimamente si aggrappa alle reti dei difensori. Perché Bragantini e Mancuso sono all’asciutto da tempo, Mensah e Galuppini hanno fatto due gol, Fiori uno. Lo abbiamo detto più volte: l’organizzazione è importante, in B la qualità può esserlo anche di più. Dal punto di vista tecnico-tattico ieri la Cremonese forse non ha giocato meglio però ha vinto meritatamente perché, uno contro uno, é più forte. Non ci si scappa.

Nulla è perduto però d’ora in avanti ogni lasciata sarà persa. Restano 4 gare, ben tre delle quali in casa, a cominciare da quella dell’1 maggio col Cesena. Poi lo scontro senza appello di Salerno e le ultime due sfide con Carrarese e Catanzaro. Il calendario, almeno quello, ha dato una mano anche con i recenti rinvii. Se si vuole la salvezza, occorre dare il massimo e anche qualcosa di più e di meglio. Anche se tra infortuni e squalifiche la rosa a poco a poco perde pezzi importanti in una rosa che già è limitata. Aggrappiamoci con le unghie ed i denti a questi ultimi 15 giorni per continuare a sognare. Poi ci sarà spazio per analisi e processi.