Quella che a maggio 2023 era diventata una delle pagine più tristi della centenaria storia del Mantova, dopo dieci mesi è stata riscritta come uno dei più belli e imprevedibili capitoli del libro biancorosso.
Il presidente Piccoli, dopo la retrocessione, aveva promesso che avrebbe fatto qualsiasi cosa per riportare il Mantova almeno in Serie C. Grazie alle oculate scelte fatte, si è circondato di attori protagonisti affamati, desiderosi di crescere e stupire. La nuova avventura è iniziata con il direttore sportivo Cristian Botturi, reduce da un ottimo campionato a Sesto San Giovanni, che ha affidato la panchina a Davide Possanzini, noto per i suo trascorsi da calciatore (Reggina e Brescia, tra le altre) più che per le esperienze da allenatore nonostante le annate vissute nei panni di vice al fianco di Roberto De Zerbi.
La fortuna ha sorriso ai virgiliani con la riammissione in Lega Pro. Il resto è farina del sacco del direttore, capace di iniettare nella rosa l’esperienza e la qualità di Burrai, Galuppini, Redolfi, Giacomelli, Festa. Elementi in grado di alzare l’asticella, collocabile – secondo le previsioni – tra l’ottavo e il decimo posto.
Anche la società ci ha messo del suo, proponendo una campagna abbonamenti a prezzi agevolati, alla quale la piazza ha risposto presente. Oltre 4000 tifosi hanno firmato una sorta di cambiale in bianco, dimostrando estrema fiducia nel nuovo progetto del Mantova.
Nelle prime amichevoli arrivano indizi interessanti, soprattutto un netto 3-0 al Brescia. Con il passare delle settimane emerge a chiare lettere un progetto sportivo coerente, sul quale è possibile coltivare solide speranze. Il pareggio casalingo alla prima di campionato col Padova è la prima conferma, i seguenti successi con Arzignano, ProSesto, Giana e l’AlbinoLeffe alimentano l’entusiasmo, attutito dalla pesante sconfitta di Trieste: un 4-1 condizionato da errori individuali e da qualche svista arbitrale.
La squadra si rialza subito: tre punti con l’Alessandria, pareggio a Busto e un pilottò di successi che proietta i virgiliani al vertice della classifica. Corazzate come Padova, Triestina e Vicenza sono dietro. La sconfitta casalinga con il Trento è un semplice passo falso. Il gioco di Possanzini è spumeggiante, innovativo ma anche concreto. Con l’Atalanta U23 si torna alla vittoria poi si passeggia con il Renate, fino ad una partita-verità, quella con il Vicenza di mister Diana, costruito per ammazzare il torneo ma in grave ritardo rispetto ai biancorossi.
L’8 dicembre 2023 arriva la conferma che tutti sognavano: lezione di gioco e intensità, vittoria meritata. Il Mantova vola sulle ali dell’entusiasmo, supera di slancio anche Lumezzane e Legnago. Al giro di boa è primato a +4 sul Padova, avversaria prevista dal calendario per il 6 gennaio 2024.
A Padova la squadra è sostenuta da più di 1500 tifosi. La partita è un’apoteosi virgiliana, con i biancoscudati sommersi da cinque reti che mandano in visibilio il popolo mantovano e portano la squadra alla ribalta delle cronache nazionali. Il divario aumenta, così come la convinzione di poter credere in un traguardo che pochi mesi prima sembrava impossibile.
I pareggi di Novara e Vercelli non frenano l’avanzata del Mantova, che cala due poker contro Virtus Verona e Pergolettese. Contro l’Atalanta U23 ci sono 7.300 cuori biancorossi pronti a festeggiare la promozione con 5 turni d’anticipo, ma non è ancora il momento. Il tripudio è rimandato di una settimana e senza giocare, visto il pareggio del Padova nell’anticipo di Lumezzane.
Il salto di categoria ora è avallato dall’aritmetica. È Serie B, abbandonata quattordici anni fa a causa dello scandalo del calcio-scommesse. B come brivido, quello avvertito sulla pelle e nell’anima da molti tifosi, quelli che non hanno mai mollato in questi anni e quelli che, pur frequentando meno il Martelli, hanno sempre avuto il Mantova nel cuore. Quel Mantova, come l’araba fenice, è risorto dalle proprie ceneri per scrivere una nuova entusiasmante pagina della sua centenaria storia.
Glauco Nicolini