Ai tempi in cui playoff e playout erano solo parole inglesi quasi indecifrabili, retrocessioni e promozioni venivano sancite attraverso la differenza reti e le vittorie pagavano solo due punti, andò in scena un Mantova-Brescia che rimane uno degli episodi più dolorosi, sportivamente parlando, della storia del calcio biancorosso.
PIU’ DI MEZZO SECOLO FA…
Occorre tornare indietro di ben 51 anni, alla Serie B 1972/73 che il Mantova, appena retrocesso dalla Serie A, aveva affrontato con propositi di immediata risalita. L’idea era quella di aprire un nuovo ciclo lasciando andare alcuni artefici della gloria recente, tra i quali Tomeazzi, Micheli e Dell’Angelo, rimpiazzandoli con elementi pure provenienti dalla categoria superiore (Cristin, Fotia, Leoncini…) o con qualche giovane di belle speranze. Su tutti il trequartista Roberto Caremi, proveniente dal Monza, per il quale si scommetteva su un suo futuro prestigioso.
CAMPIONATO DIFFICILE
Al contrario la Serie B per il nuovo Mantova si rivelò subito un torneo molto complicato. La squadra biancorossa faticava terribilmente a vincere e soprattutto a segnare arrancando ben presto nelle retrovie della classifica. L’allenatore Renzo Uzzecchini, confermato dall’anno precedente in A, venne esonerato dopo appena 7 giornate con il Mantova a 3 punti. Gli subentrò una vecchia gloria, William Negri, ma anche l’ex portiere azzurro non riuscì a togliere la formazione virgiliana dalla zona a rischio. Nessuno osava pensare alla retrocessione in C ma giornata dopo giornata l’incubo sembrava assumere i contorni della realtà.
IN PANCHINA UN CAMPIONE DEL MONDO
Così Negri venne a sua volta sostuito alla 18esima giornata, con più di un girone di ritorno da giocare, ed il presidente Zenesini non badò a spese nel tentativo di salvare la categoria. Chiamando in panchina Alfredo Foni nel ruolo di commissario tecnico, ex campione del mondo ed olimpico con la Nazionale negli anni ’30. Dal mercato di gennaio venne reintegrato Micheli, arrivò qualche rinforzo come pure venne fatto esordire qualche giovane del vivaio quali Iori e Roncaia. Ma il cammino restò altalenante, al punto che si arrivò all’ultima giornata in una situazione da thrilling.
MANTOVA-BRESCIA: MORS TUA, VITA MEA
Dopo 37 giornate la zona retrocessione era così composta: in fondo il Lecco, già spacciato, poi Reggina (differenza reti -8), Mantova (-13) e Brescia (-11) a quota 30, un punto più sopra a 31 (-13 di differenza reti) il Monza. Tra queste quattro due si sarebbero salvate, altrettante avrebbero vissuto il dramma dell’inferno della C ed il calendario dell’ultima giornata diceva: Catanzaro-Reggina, Mantova-Brescia e Monza-Bari. Un successo dei biancorossi avrebbe matematicamente spedito le Rondinelle in C e alimentato buone speranze di salvezza in extremis dei virgiliani, ovviamente con i concomitanti risultati delle altre impegnate in sfide non facili.
TUTTO IN 90 MINUTI
Il Mantova doveva solo pensare a vincere, il Brescia almeno a non perdere. Come dire uno spareggio. Al Martelli quel caldo giorno di inizio estate c’erano quasi 17000 spettatori, naturalmente con larga rappresentanza ospite. L’entusiasmo del pubblico di casa venne spento molto presto con la rete degli ospiti siglata da Marino al 4′. Doccia gelata che trasmise tensione a quella già latente. il Mantova giocò con orgoglio contro una squadra che a sua volta lottava per la sopravvivenza. Ad inizio ripresa la speranza dei tifosi di casa si riaccese con il pareggio su rigore di Panizza ma nonostante il generoso forcing alla fine terminò 1-1, che per il Mantova voleva dire Serie C.
DRAMMA E SOLIDARIETA’
Le altre due gare si conclusero col 2-2 tra Catanzaro e Reggina e con la sconfitta interna del Monza (1-3) col Bari. Quindi Reggina, Brescia e Mantova e Monza tutte a quota 31 con le ultime due retrocesse in C per peggiore differenza reti. Il Martelli era completamente muto, la stessa gioia comprensibile dei bresciani era contenuta capendo la situazione di un pubblico che in soli 12 mesi aveva vissuto due retrocessioni dall’olimpo della A al baratro della C. Lo stesso Bruno Pizzul, telecronista per la Rai nella gara che poi venne trasmessa in differita, sottolineò la composta amarezza degli sportivi biancorossi che sfilarono via dallo stadio senza parole. Anzi, c’è chi sostiene che il gemellaggio tra le due tifoserie possa avere avuto origine da quel pomeriggio. E in campo a fine gara il centrocampista biancorosso De Cecco venne colto da una crisi isterica di pianto. Il calcio offre anche pagine come queste.
MANTOVA-BRESCIA 1-1
RETI: 4′ Marino (B), 55′ rig.Panizza (M)
MANTOVA: Da Pozzo; Platto, Onor, Leoncini, Roveta, Mantovani, Viola, Panizza, Roncaia (dal 46′ Cristin), De Cecco, Iori. A disposizione Recchi. All. Foni
BRESCIA: Galli; Rogora, Gasparini, Busi, Facchi, Fanti, Salvi, Inselvini, Marino, Guerini (dal 58′ Gamba), Bertuzzo. A disposizione Belotti. All. Cei
ARBITRO: Gonella di Torino