Ecco alcuni stralci della conferenza stampa di Mister Davide Possanzini in vista della sfida di domenica a Reggio Emilia con il Sassuolo.
UNICA POSSIBILITÀ NON SNATURARCI
“Giocheremo contro la squadra più forte del campionato, che probabilmente se la giocherebbe in A con tante formazioni di medio-bassa classifica. Questa sfida, sapendo delle difficoltà, ci deve spingere a trovare delle motivazioni per capire a che punto siano in questa fase e quali prospettive abbiamo in senso generale. Di certo l’unica possibilità che abbiamo è giocare come abbiamo sempre fatto e interpretato le partite, consapevoli della loro forza ma anche dei nostri mezzi”.
TRE ANNI FANTASTICI DA EX
“Conosco bene l’ambiente avendoci lavorato per tre anni e certamente è stata una esperienza fondamentale per me. Ho conosciuto gente perbene, una società lungimirante e quasi atipica per la media del calcio italiano. Assistendo alla crescita del club passo dopo passo, contribuendo nel mio piccolo alla maturazione di elementi come Caputo, ad esempio, che si affermò nel Sassuolo diventando cannoniere ed approdando in nazionale. Questo per un allenatore, anche se vice come ero io, è appagante. Certamente sarà un piacere rivedere gente che stimo”.
LA NOSTRA FORZA È NEL GRUPPO
“Contro big come Sampdoria e Palermo, al di là dei risultati, abbiamo sempre fatto la prestazione e soprattutto ho visto che posso contare davvero su di tutti. È chiaro che quando si perde o si esce con un risultato sotto le aspettative non è facile convincere i ragazzi che bisogna continuare a lavorare per continuare nella nostra crescita. Del resto non vedo altre soluzioni”.
NUMERI PRO E CONTRO
“Analizziamo sempre i numeri. Qualcuno è ampiamente a nostro favore, altri invece non sono molto positivi, in particolare sui gol realizzati che faticano ad arrivare.In parte mi assumo la responsabilità perché il nostro modello di gioco, che privilegia la costruzione dal basso e la manovra nella nostra metà campo, forse in generale ci porta a costruire qualche occasione in meno. È anche vero però che se contro squadre come il Palermo abbiamo 3/4 palle gol qualcuna dobbiamo concretizzarla. A maggior ragione perché gli altri lo fanno. Ripeto, conosco solo il lavoro perché non vorrei che diventasse un chiodo fisso o una questione mentale, che sarebbe molto peggio. Occorre capire l’importanza degli episodi nel contesto di una partita e mantenere freddezza e maggiore lucidità”.
ARBITRI? VORREI PIÙ DISPONIBILITÀ AL CONFRONTO
“Devo stare attento quando parlo degli arbitri soprattutto perché l’ultima cosa che voglio fare è creare alibi ai miei giocatori. La nostra filosofia di gioco contempla il concetto di errore, che talvolta noi commettiamo, di conseguenza io capisco che gli arbitri possono sbagliare quanto noi. Io mi arrabbio solo perché sento tanto parlare di collaborazione e disponibilità al confronto che in tutta onestà in campo non vedo. Magari sbaglio i modi, però quando chiedo chiarimenti dall’altra parte mi trovo un muro. Non mi aspetto nulla se non una maggiore apertura al dialogo per capire determinate situazioni”.