Quanto conta il risultato nell’economia dei giudizi? E quanto conta a livello di classifica? Infine, quanto conta a livello di serenità mentale? Inutile che ci prendiamo in giro, chi segue il calcio sa che vincere o perdere può fare la differenza e condizionare tutta una settimana, facendola scorrere più o meno tranquilla o costellata di ansie o paure. Vale anche per la vita di tutti i giorni, che si parli di un esame universitario, un colloquio di lavoro o altro.
IL MANTOVA HA UNO SPARTITO CHIARO
Il bel successo con la Cremonese ha dissipato tante nubi all’orizzonte perché è chiaro che, dopo 3 punti in 6 gare, la classifica tutti iniziavano a guardarla con un pizzico di apprensione. Lo stesso Possanzini nella conferenza stampa pre-gara non si era nascosto, ammettendo che la sua fiducia nel gruppo e nel lavoro era rimasta intatta, semmai temeva che a livello di autostima la mancanza di risultati, a fronte di prestazioni più o meno sempre convincenti, potesse farsi sentire. E dopo la Cremonese il tecnico ha potuto commentare, a giusta ragione, che l’unica vera differenza rispetto a gare contro il Palermo, ad esempio, è stato aver segnato. Non poco in uno sport dove il tabellino finale è determinato da episodi che si tramutano in reti fatte e subite. Il Mantova ha uno spartito chiaro e netto, ci si potrebbe sbilanciare dicendo che gioca il miglior calcio della B. Senza vergogna. Poi però subentrano altri fattori, come la qualità, l’attenzione, quel pizzico di buona o cattiva sorte che aggiungono alla prestazione il conforto del risultato.
CAMPIONATO EQUILIBRATO E TUTTO DA GIOCARE
Qui non si tratta di essere gufi o detrattori. Da sempre il risultato condiziona gli umori e apre i confronti. Per chi storce il naso di fronte al gioco di Possanzini la sconfitta è l’occasione per mettere a nudo i suoi presunti limiti, ieri é stato il momento del riscatto per la schiera dei suoi paladini. Occorre andare oltre. La vittoria, oltretutto in un derby così sentito, è una vera iniezione di fiducia per l’ambiente oltre che la classifica. Due settimane di pausa poi possono servire per guadagnare forze a livello mentale e fisico. Un’analisi lucida, senza preconcetti, deve portarci a credere che non sia diventato tutto improvvisamente facile. Qualche limite, qualche difficoltà complessiva rimane, come del resto i meriti che sono tanti. Avanti quindi con la consapevolezza di avere una squadra che non si fa mettere sotto da nessuno ma che può e deve sempre migliorare. Per ottenere quei risultati che alla fine si traducono in punti.