Se nessuno sapesse che in settimana era cambiato l’allenatore, da Possanzini a Modesto, ad una prima rapida occhiata sul risultato (0-1) e sulla prestazione, verrebbe subito da dire che non è successo nulla. Ovvero ancora una volta il Mantova ha offerto una prova dignitosa pagando carissimi i limiti offensivi e difensivi. Almeno 5 occasioni da gol piuttosto grosse sono state fallite, in compenso sono bastate un paio di letali disattenzioni in disimpegno per certificare la quarta sconfitta consecutiva, quinta tra le mura amiche. Del resto gli interpreti, intesi come giocatori, sono sempre quelli e non si poteva pensare che solo schierati con un diverso atteggiamento tattico diventassero quello che non sono stati (o raramente) nelle 16 gare precedenti.
Qualcosa invece è cambiato e certamente non è il tempo e neppure il caso di dire se in meglio o in peggio. Mister Modesto ha varato un 3-4-2-1 che merita di essere rivisto oltre che sistemato. La difesa a tre, detto tra noi, va ricostruita e rinforzata con elementi di fisicità ed esperienza, tuttavia può essere una buona base di partenza. Rispetto al passato abbiamo visto più duelli vinti di testa e pure qualche minore occasione concessa agli ospiti. Lo stesso centrocampo ora è una linea a 4 dove i due esterni (Maggioni e Caprini) sono rispettivamente un difensore ed un attaccante. E pure in mezzo serve fosforo e personalità per una cabina di regia al momento vuota o occupata da gente che a loro volta si sta adattando. Finendo all’attacco, ieri Modesto ha messo due fantasisti piccoletti e talentuosi (Falletti e Ruocco) alle spalle della boa Mensah. Si è visto qualcosa di buono ma anche i soliti errori ormai consolidati e appurati.
Insomma ormai il buon Piccoli dopo aver messo mano alla struttura cambiando prima Botturi con Rinaudo e poi Possanzini con Modesto, ora deve completare l’opera. Rimodellando una squadra ad uso e consumo del nuovo tecnico a costo di rivoluzionare la rosa. Ci spieghiamo. Il progetto inaugurato due anni fa che ha prodotto una promozione ed una salvezza in B ormai è stato accantonato. E con quello presumibilmente, anche un gruppo di giocatori che ne facevano parte. Ora si ricomincia ed oltre a sostituire i partenti, va potenziata la rosa con elementi diversi da quelli che sono arrivati la scorsa estate. Non bisogna avere paura a riconoscere che gli acquisti sono stati sbagliati: l’involuzione della squadra e le ben 11 sconfitte su 17 partite stanno lì a dimostrarlo. Si può concordare che non sempre le rivoluzioni pagano, tuttavia a questo punto è doveroso e necessario metterci mano. Altrimenti non avrebbero avuto senso i cambi precedenti.
Galuppini e Majer stanno già ai margini, giovani prestiti come Pittino e Mullen con ogni probabilità torneranno alla base, inoltre ragazzi come Fiori e/o Bragantini, per fare altri esempi, potrebbero cambiare aria per ritrovare stimoli e fiducia. E non è neppure detto che qualche big finora considerato intoccabile (Mancuso?) non sia sacrificato sull’altare della ricostruzione. Perché di tale si tratta. Chiaro, e lo hanno ammesso pure i protagonisti, che sarebbe stato ideale chiudere il ciclo di Possanzini a giugno 2025. Non è stato fatto ed ora come ora non resta che correre ai ripari prima che non sia troppo tardi. Individuando con attenzione chi è ancora funzionale al nuovo progetto di Modesto ed integrare la rosa con elementi di maggiore fisicità, qualità, esperienza e personalità. In definitiva un gruppo che possa ripartire dopo la sosta con un abito nuovo ed una mentalità diversa. Gli errori sono stati fatti, ora attenzione a non ripeterli. Il passato serve come esempio da cui trarre conclusioni, il futuro è ancora tutto da giocare. Al di là del calcio orizzontale o verticale che sia.
A.S.
N.B. Fotografia pubblicata su gentile concessione di Mantova 1911 che ne detiene la proprietà
