Nonostante un pareggio che ha lasciato l’amaro in bocca, il Soave è solo in vetta alla classifica del Girone N di Seconda categoria e quindi per Mister Alessandro Veneziani il bicchiere è sicuramente mezzo pieno. “Domenica scorsa -sottolinea il tecnico- dopo la sconfitta della Dinamo Gonzaga contro il Borgo Virgilio, ho detto ai ragazzi che non avevamo fatto nulla e che se fossimo stati alla penultima di campionato, tutto sarebbe stato ancora possibile. Confermo quanto detto, perché ci sono almeno 5-6 squadre attrezzate per i primi posti e sarà un campionato molto equilibrato, alla fine la spunterà chi avrà avuto più continuità”.
STAGIONE 2024/25
“Siamo reduci -spiega Mister Veneziani– da una stagione in cui abbiamo sfiorato di un punto l’accesso ai play-off e quindi il nostro obiettivo è di migliorare il risultato ottenuto un anno fa. Tra l’altro, in estate sono arrivati 3-4 elementi dal Buscoldo che, come noi, hanno fallito di poco il nostro stesso obiettivo quindi direi che nello spogliatoio c’è grande voglia di riscatto. La partenza sicuramente è stata buona con qualche motivo di rammarico vedi il 2-2 interno con la Ceresarese. Siamo andati in vantaggio due volti e ci siamo fatti rimontare subendo gol evitabili ma credo che siano piccoli incidente ti di percorso che ci possono stare in questa fase della stagione in cui dobbiamo ancora diventare squadra”. “L’aspetto più positivo -sottolinea l’allenatore di Castel D’Ario– è certamente l’atteggiamento positivo di tutti i miei 24 giocatori, anche di coloro che giocano meno eppure sono molto coinvolti nel progetto.
POCO CAMPO, MOLTA PANCHINA
“Per vari motivi -racconta il tecnico del Soave– la mia carriera da calciatore si limita a due presenze nella società del mio paese in Terza categoria. Ho iniziato ad allenare nelle giovanili dell’Audace e a quei tempi ho frequentato il primo corso da allenatore e successivamente il corso UEFA B che costituisce il massimo a livello dilettantistico. Ai Giovanissimi Regionali del Legnano ho vissuto una delle esperienze più importanti anche se poi l’impatto con una Prima squadra ovvero il Porto 2005 non è stato dei migliori. Ho pagato l’inesperienza e sono stato esonerato dopo 7-8 giornate: lì ho capito la differenza fra guidare gli adulti e una formazione giovanile”. “Come modello -prosegue Veneziani– mi piacciono Guardiola, De Zerbi e Xabi Alonso, tutti allenatori che sanno fare giocare bene le loro squadre e fanno divertire il pubblico. Senza dimenticare Carlo Ancelotti che ha vinto più di tutti per la sua grande capacità di creare empatia con i suoi calciatori e credo che nei dilettanti sia l’aspetto principale”.
FUORI DAL CAMPO
“Nella vita -conclude- lavoro come magazziniere in un pastificio di Castel D’Ario dove risiedo e da buon milanista il mio idolo è Ruud Gullit. Dopo aver assistito di persona alla sfortunata finale di Champions League del 2005 a Istanbul, devo ammettere che emotivamente faccio più fatica a guardare le partite”.
Stefano Aloe