Quattro stagioni al Mantova sempre in Serie C con 52 reti realizzate, due alla Cremonese in B con 17 gol e due salvezze avendo come compagno di reparto un tale Gianluca Vialli in procinto di esplodere.
Sauro Frutti poi a fine carriera ha anche allenato in diverse occasioni il Mantova, in D e C e nel settore giovanile, stabilendo la propria residenza in riva al Mincio. Il classico doppio ex che, da consumato professionista, preferisce non lasciar trasparire per quali colori parteggi.
“Mi viene da ridere quando penso che il primo giorno che mi recai alla Cremonese trasferito dal Mantova -ricorda- la prima cosa che vidi fu una scritta sullo stadio che recitava FRUTTI MER… L’impatto fu questo, data la storica rivalità tra le due squadre, poi però ho avuto modo di farmi apprezzare e vivere due anni molto belli ed intensi”.
TANTI RICORDI INDELEBILI
“Non fatemi dire per chi tifi e che risultato ne scaturirà -prosegue Frutti– . Mantova e Cremona sono state due tappe intense della mia vita di calciatore e sono legato alle due città da affetti e ricordi diversi ma ugualmente indimenticabili. Mia figlia ad esempio nacque a Cremona e già questa é una cosa importante. Spero solo che sia una bella partita, tra due buone squadre ma con obiettivi diversi di campionato. Salomonicamente mi verrebbe da dire che spero in un pareggio ma non sarebbe nemmeno giusto. Diciamo allora che vinca il migliore”.
IL MANTOVA PUÒ FARCELA IN B
Da ex bomber Frutti sottolinea il momento negativo dei biancorossi, a secco di gol da 3 gare, senza permettersi di dare consigli: “Credo sia il problema principale che il Mantova sta attraversando in questo momento perché per quanto riguarda il gioco la squadra é propositiva e non si fa mettere sotto da nessuno. Possanzini è bravo a farsi seguire da un gruppo di giocatori con i quali ha dominato la C e possono fare bene anche in B, considerando la differenza dei valori. Mi piace anche come si sta muovendo la società, con un ottimo direttore sportivo come Botturi ed un presidente come Piccoli che stanno dando vita ad un progetto sano. L’importante è salvare la categoria, stabilizzarsi e poi procedere per gradi”.