Laudini: "Voglio un Castiglione all'inglese. Solido, sano e legato al territorio, che ottenga risultati con stile"

“Come ogni anno registriamo dei passi avanti sia nel percorso del settore giovanile, sia nell’evoluzione della prima squadra. La stagione 2024-2025 era iniziata con l’obiettivo di inseguire uno sviluppo netto in Eccellenza, ma stiamo facendo fatica per varie vicissitudini. Cercheremo di dare il massimo fino alla fine e di puntare il più in alto possibile. Ci conforta ed entusiasma il fatto che il club si sia consolidato sul territorio potenziando le strutture sportive e trovando accordi con il Comune che ci permetteranno di avere visione a lungo termine. Un’azione estesa anche al calcio femminile e al mondo della disabilità”.

Andrea Laudini, presidente del Castiglione, fotografa così il momento storico di un club rossoblù che avanza con il pieno di benzina verde. “Il settore giovanile è il cuore pulsante del progetto sportivo. L’obiettivo primario è portare tutte le formazioni dell’agonistica ai regionali. Ci mancano solamente gli allievi del primo anno. Poi intendiamo lavorare in modo più intenso e capillare sul territorio mantovano, ma in un’ottica lombarda. Il percorso non è semplice, occorre un impegno importante, ma piano piano ci stiamo arrivando. Amplieremo il parco campi, con un sintetico a 9 in dirittura d’arrivo”.

L’exploit numerico dei tesserati negli ultimi anni è stato strepitoso. “Attualmente abbiamo 450 ragazzi che fanno parte di 26 squadre. La nostra gestione partì da 150. Vorremmo accoglierne molti di più, aumentando allo stesso tempo la qualità del servizio. È ovviamente un progetto di natura sociale, ma in certe categorie occorrerà fare selezione per competere ad alto livello. Le collaborazioni? Ci abbiamo sempre creduto: con Medole, Calcinato, Montichiari e Desenzano c’è sinergia; realtà come Calcinatello e Solferino stanno adottando il nostro metodo”.

E l’influsso del Mantova? “Vivendo in una terra confine il traino della locomotiva provinciale non incide più di tanto, mentre il calcio mantovano più in generale ne ha sicuramente tratto benefici di rilievo. Per quanto ci riguarda posso confermare l’esistenza di una collaborazione fitta in ambito giovanile, con numerosi scambi di giocatori”.

Non solo Mantova. Diversi talenti sbocciati a Castiglione, in effetti, stanno mettendo radici tra i professionisti. “È una grande soddisfazione per noi. Oltre a Michieletto, che ha debuttato in Champions, abbiamo tre giocatori cresciuti qui nelle file della Cremonese ed altri tra Atalanta e Feralpisalò. Anche il lavoro nel femminile ha dato frutti portando giocatrici promettenti a Mantova e Verona. Tutti loro stanno vivendo esperienze importanti. Gli auguriamo il meglio. Sanno che se quella non sarà la loro strada potranno tornare al Castiglione, che beneficerà del loro rinnovato bagaglio umano e calcistico”.

Sul passo intermittente della prima squadra nessun dubbio. “Per ottenere risultati in una categoria complicata come l’Eccellenza occorrono soprattutto serenità e continuità. Da parte della dirigenza è grande il desiderio di essere performanti e di puntare in alto. L’entusiasmo c’è e non viene scalfito dall’andamento o dalla classifica. Diamo il massimo e crediamo fortemente in ogni componente del gruppo”.

Estendendo lo sguardo al mondo federale e alle sue dinamiche, Laudini sintetizza così la sua visione del calcio dilettantistico del futuro. Alla Figc chiederei maggior chiarezza e vicinanza alle società. Talvolta il collegamento risulta difficile e si rischia di diventare piccoli mondi autosufficienti. Occorre semplificare. I ritesseramenti dei ragazzi, ad esempio, portano via tempo e risorse. Basterebbe cliccare su un quadratino all’interno di un sito web per risolvere il problema, invece anche dal punto di vista tecnologico siamo molto indietro. Vedo ancora troppe procedure e carte inutili, pratiche anacronistiche nel 2025”.

Poi un appello alla politica: “L’Italia è al penultimo posto in Europa nel supporto dello Stato allo sport. L’arte di arrangiarsi ci permette di andare avanti, ma ci fa allontanare, allo stesso tempo, dalle istituzioni. Si tende a focalizzarsi sempre e solo sui risultati, ma non ci accorgiamo che il nostro calcio è da terzo mondo per risorse investite”.

Il sogno per il futuro del Castiglione, nel frattempo, risuona forte e chiaro: “Ciò che abbiamo costruito in questi anni merita il salto in Serie D, la Juniores nazionale e le categorie elite nelle giovanili. Perseguiremo questi traguardi con tutte le nostre forze. Vogliamo costruire un grande club, forte sia in ambito sportivo sia dal punto di vista economico, ma non basta: occorre lo stile. Vogliamo essere un riferimento in termini di disciplina, senso appartenenza e attaccamento alla maglia. Una società all’inglese, che coinvolga il territorio a tutti i livelli, solida e sana”.

Bruno Forza

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