“Ho calpestato campi appartenenti a livelli diametralmente opposti. Dalla Seconda e Terza categoria, vissute come calciatore, fino alla Serie A, affrontata senza scarpini e ricoprendo altri ruoli. Le dinamiche del calcio sono le medesime. Cambiano l’amplificazione di ogni singolo fatto e la relativa risonanza mediatica, ma le questioni prettamente sportive sono identiche ed è eccezionale vederlo. Il muso lungo del giocatore che resta fuori è lo stesso per uno sconosciuto e per il miliardario che gioca in Nazionale. Idem i bisticci tra compagni e le discussioni tra allenatori e dirigenti. Il calcio è sempre lo stesso e tutto è una scuola”.
Parole di Giuseppe Bugatti, che a dispetto dei suoi 44 anni ha già fatto parecchia strada, rimboccandosi le maniche e trasformando una passione in professione, su più fronti. In provincia di Brescia è noto per la sua attività nel settore dell’abbigliamento sportivo. E’ il responsabile di Let’s Go Sport, azienda che veste numerose società calcistiche con i marchi Joma, Mizuno, Jako, Givova, Nike, Adidas, Molten e Mikasa, firme che si appresta a proporre anche alle realtà mantovane.
“Da diverso tempo abbiamo esteso il nostro raggio d’azione oltre i confini bresciani. Siamo operativi a Brescia, Verona e Cerea e siamo prossimi ad affacciarci anche in territorio mantovano, mettendo la nostra esperienza, la qualità dei nostri prodotti e un servizio efficace ed appetibile a disposizione di tutte le realtà dilettantistiche, amatoriali e giovanili. La sinergia con CalcioMantovano.it è strategica in questo senso, ci piace l’idea di sostenere un progetto editoriale destinato a radicarsi con forza sul territorio garantendo visibilità ai protagonisti di questo sport, che lo vivono con passione a tutti i livelli”.
Esperienze che Bugatti conosce bene. “I miei ricordi da calciatore dilettante sono indelebili, ma quella con gli scarpini ai piedi non era la mia strada. A 19 anni iniziai a lavorare per la Digital Soccer, un ambiente che mi ha dato competenze in parecchi campi, come la mach analysis, la gestione dell’attività di scouting e la formazione di un reparto scouting. Ho collaborato con grandi società italiane e straniere. Nell’arco di una decina d’anni ho stretto rapporti con allenatori e direttori sportivi, poi ho iniziato a lavorare direttamente per le società di calcio”.
La sua prima esperienza fu alla Sampdoria, in Serie B. Stagione 2011/2012: “Avevo elaborato un sistema di scouting, ai blucerchiati era piaciuto. Il riferimento era Pasquale Sensibile (direttore sportivo), io mi occupavo di scouting e dell’organizzazione delle metodiche di allenamento. Quello era un gruppo di lavoro composto da ragazzi giovani con competenze specifiche, una struttura orizzontale in cui si condivideva tutto. Fu un’esperienza positiva. Riuscimmo a fare plusvalenze interessanti, prendemmo Mustafi (che ha fatto ottime cose all’Arsenal ed è diventato campione del mondo con la Germania nel 2014) a parametro zero dall’Everton. Icardi iniziava a sbocciare”.
Una stagione positiva anche per il traguardo conquistato: la promozione in Serie A. “Fu una bella soddisfazione. Lavorai in B con Atzori e Iachini, in A con Ferrara e Delio Rossi. Siamo stati lì due anni, poi si è rotto qualcosa, il direttore se ne andò e lo seguii”.
Dopo mezza stagione di stop arriva la telefonata di Iaconi: “Mi voleva con lui al Brescia. Sono entrato a far parte del suo staff per due stagioni davvero sfortunate. La società era in totale dissesto economico. Arrivammo a marzo, la squadra era in difficoltà ma sistemammo le cose. Il secondo anno eravamo forti in 12-13 elementi. La partenza fu buona, ma la panchina era cortissima, con troppi ragazzi alle primissime armi. Ai primi infortuni arrivarono grosse difficoltà. Bella esperienza, ma nel calcio quando ci sono certe situazioni societarie è difficilissimo ottenere risultati”.
Dopo l’intermezzo nella sua città Bugatti si ricongiunge a Sensibile calandosi in nuove realtà: Trapani prima e Alessandria poi, fino al diploma di direttore sportivo ottenuto nel 2017 a Coverciano, la “casa” del calcio italiano e al Master ottenuto in Management del calcio del 2022 alla Bocconi, con tesi sulla Feralpisalò.
Nel frattempo Let’s Go cresce sotto la sua sapiente guida e grazie alla professionalità del suo team. “Arriva un momento in cui occorre fare una scelta ed oggi ho preferito valorizzare il potenziale della mia azienda, dedicandomi a vestire le squadre di calcio. Non è detto che in futuro possa tornare sui campi o dietro una scrivania nei panni di dirigente o osservatore. Al momento sono felice così. Il Mantova? Sta facendo grandi cose. Rappresenta la locomotiva di un movimento calcistico che può solo crescere”.