A Palla Ferma: Mantova-Juve Stabia al microscopio

Stavolta occorre partire dalle parole di Mister Davide Possanzini, che nelle ultime tre gare, malgrado un solo punto, ribadisce di vedere un Mantova “vivo”. Posto che oggettivamente si può convenire che in campo non ci sono giocatori biancorossi spenti o “morti”, la realtà dei fatti a nostro avviso è sottilmente diversa.

 

La squadra virgiliana era viva quando, come a Cosenza, ha recuperato due gol di svantaggio e ha pure sfiorato il ribaltone completo. Oppure, con squadre più forti come il Pisa al Martelli, si è trovata sempre sotto 0-2 ma non ha mai dato l’impressione di affondare. Ha recuperato due reti salvo poi cedere ad un pezzo di bravura del clan pisano che ha confezionato il definitivo 3-2. A Frosinone come in casa con la Juve Stabia invece si è visto un Mantova sì orgoglioso e mai domo però anche piuttosto confuso e velleitario. In Ciociara si può chiamare in causa l’atavica difficoltà a fare gol, con i campani invece c’è stata la zuccata di Solini a raddrizzare una situazione che stava prendendo una piega drammatica, sportivamente parlando. Vero che Fiori subito dopo ha sprecato un’occasione colossale, tuttavia in questo caso si può parlare di episodi isolati.

 

Tutto questo per dire che, oltre alle difficoltà dell’organico ci si mettono anche quelle mentali e caratteriali, l’impresa della salvezza appare ancora più improba. Del resto i giocatori sono uomini, non macchine, ed è normale che in un periodo così lungo di mancate vittorie e scivoloni verso il basso in classifica, il morale e la fiducia abbiano un contraccolpo fisiologico. Come si dice sempre in questi casi serve una scossa, un evento che faccia tornare il sorriso sui volti dei calciatori, dello staff e dell’ambiente restituendo una ventata di ottimismo. Confortati però dalla classifica che si faccia meno preoccupante, non soltanto dalle dichiarazioni di facciata sul tipo “ci manca poco”, “ci salveremo” oppure “è un periodo così”. Servono fatti, non parole, perché le gare si accorciano con rapidità impressionante e nulla cambia all’orizzonte.

 

Dunque siamo arrivati alla resa dei conti. Se la scossa arrivasse dall’interno tanto meglio. Nessuno vuole la testa di qualcuno, men che meno di Possanzini che va ringraziato per lo splendido torneo scorso e per gli sprazzi di buon calcio del girone di andata. Si sa però che questo sport vive di momenti, di episodi, di sensazioni. E al di là dei risultati negativi nelle ultime gare il Mantova è sembrato anche produrre una manovra più involuta. L’alternativa é quella di cercare la scossa da fuori, cambiando allenatore, naturalmente senza avere la certezza di risolvere la questione. Però Sudtirol, Cittadella e più recentemente Frosinone hanno in qualche modo risollevato le sorti della loro classifica, anche se come sempre i conti si fanno alla fine.

 

Di sicuro la situazione non è facile e non vorremmo essere nei panni di Piccoli, unico depositario di un eventuale cambio tecnico. Del resto se il Mantova è precipitato in questa situazione, malgrado i proclami sempre ottimistici, una ragione ci sarà e va suddivisa in parti più o meno uguali tra dirigenti, tecnici e giocatori. Qualcosa va fatto comunque prima che sia troppo tardi, anzi siamo già al limite. Se si vuole andare avanti con Possanzini lo si dica e la decisione sia definitiva, fino al termine del campionato. Se invece si ha qualche dubbio continuare ad aspettare e rinviare le scelte alla prossima sconfitta potrebbe essere un errore anche più grave.

 

 

 

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