Nel campionato di Terza, una delle sorprese di queste prime sette giornate è rappresentata dall’Ostiglia 1908, attualmente in quinta posizione e in piena corsa per i play-off valevoli il passaggio in Seconda. Il segreto risiede nel forte spirito identitario di un gruppo di calciatori quasi tutti ostigliesi, per giunta allenato da un ostigliese doc: Simone Losi.
STAGIONE 2024/25
“Sono molto soddisfatto -sottolinea Mister Losi– perché in questi ultimi anni purtroppo i risultati non sono arrivati e invece adesso sembra che la musica stia cambiando. Sono molto felice per i ragazzi perché stanno dimostrando grande impegno e grandissimo senso d’appartenenza, il nostro gruppo è costituito al 99% da persone di Ostiglia e ci sentiamo un po’ l’Athletic Bilbao della provincia di Mantova. Attorno a noi avvertiamo l’entusiasmo di tutto il paese e questo ci sta fornendo una grande energia per affrontare al meglio ogni partita”. “Sulla carta -prosegue- non siamo da primissimi posti, diciamo che siamo un outsider che può dare fastidio alle migliori e spera in un posto nei play-off. Moglia e Robur sono di un livello superiore, a breve ce la vedremo con lo Juniors Cerlongo e poi la River, quindi avremo le idee più chiare. Il campionato è lungo e tutto può succedere”.
DAL CAMPO ALLA PANCHINA
“Da calciatore -racconta il tecnico dell’Ostiglia– ho trascorso moltissimi anni nel mio club d’appartenenza, con qualche parentesi a Nogara e Sorgà, per poi fare nuovamente ritorno qui. L’unico mio rimpianto è l’essere andato vicinissimo ad entrare nel settore giovanile dell’Inter: i documenti erano pronti ma purtroppo mi preferirono ragazzi del 1971 e 1972. E quindi essendo classe 1973 fui costretto a rinunciare per ragioni anagrafiche”. “Ho conseguito -continua- il patentino Uefa B e ritengo che il ruolo di allenatore, in queste categorie, debba focalizzarsi sulla gestione del gruppo, comprendere le esigenze dei giocatori, comprese quelle extra calcistiche, e farli sentire importanti. Sotto questo aspetto, uno dei miei modelli è Antonio Conte perché riesce sempre a lasciare la sua impronta in tutte le squadre che ha guidato”.
FUORI DAL CAMPO
“Nella vita -conclude Losi– sono dipendente di un’azienda del settore oleodinamica e tra lavoro e allenamenti, il tempo libero lo impiego accompagnando i miei figli ad allenarsi. Ho il cuore a strisce bianconere e sono diventato juventino ai tempi di Michel Platini”.
Stefano Aloe