Due anni in Serie A ad Avellino tra il 1982 ed il 1984, altrettanti a Mantova in C1 sul finire della carriera. Alberto Bergossi, romagnolo di Forlì e uno dei primi a farsi largo nel mondo dei procuratori, è il classico doppio ex che legge la sfida tra gli irpini ed i biancorossi tra passato e presente.
“Sono due città piuttosto diverse ma che entrambe hanno segnato periodi importanti della mia carriera da calciatore -dice Bergossi– e che seguo sempre con simpatia. Ad Avellino giocai due anni importanti in A in una società lungimirante che puntava sui giovani o su esperti in cerca di rilancio. Erano gli anni del post terremoto e la gente si aggrappava alla squadra come una sorta di riscatto sociale. A Mantova purtroppo non furono stagioni altrettanto positive, per me ma anche per la squadra che retrocesse malamente in C2. Però conservo ancora tanti amici e vissi in una città bellissima dove la qualità media della vita è molto alta”.
Scivolando al presente, Bergossi legge in anticipo la sfida di sabato al Partenio: “L’Avellino è neopromosso, ha avuto la fortuna e la bravura di partire bene di conseguenza il Mantova si troverà in un ambiente caldo e carico di entusiasmo. Un po’ mi sorprende in negativo questa partenza negativa dei biancorossi, anche perché mi sembrava che dal mercato fosse uscito un gruppo mediamente più forte dello scorso anno. Non conosco le dinamiche all’interno della squadra: quello che mi sento di dire è che la B è lunga e bisogna avere la forza di ricompattarsi perché c’è ancora tutto il tempo per riprendersi”.
Al di là del pronostico, Bergossi fa le carte alle due squadre: “L’Avellino parte avvantaggiato -chiude- però se guardo le rose non mi pare che ci sia tutta la differenza che dice la classifica. Spero solo che a fine campionato entrambe le squadre centrino i loro obiettivi di partenza. Avellino e Mantova sono città che hanno una storia calcistica importante alle spalle e vivono di passione autentica da parte delle rispettive tifoserie”.
A.S.