Ha compiuto 22 anni la settimana scorsa, Federico Secli, bomber principe della Castellana giunta al decimo posto nel Girone C di Eccellenza. Per il centravanti nato a Udine il 14 maggio 2002, i numeri parlano di 29 presenze e 10 reti in campionato.
Federico, quando e com’è nata alla tua passione per il calcio?
“In famiglia. Mio padre giocava a livello dilettantistico e mi ha trasmesso questa sua passione. Come prima punta m’ispiro a Ibrahimovic e tifo Inter”.
Quali sono state le tappe principali della tua carriera?
“Ho tirato i primi calci all’età di sei anni a Cividale del Friuli (Udine), poi a 11-12 sono passato al Donatello e a 15 sono arrivato al Pordenone. Dopo una stagione in prestito agli Allievi Nazionali del Bologna, sono tornato al Pordenone con il quale ho esordito in Serie B, nel 2021 sul campo del Monza. Prima di venire alla Castellana giocavo a Albalonga in Serie D”.
Cosa ti ha convinto ad accettare la proposta della Castellana?
“Il progetto, importante e ambizioso. A Castel Goffredo mi sono ambientato subito benissimo, mister Arioli e i compagni mi hanno subito fatto un’ottima impressione e questo ha facilitato il mio inserimento nel gruppo”.
Sei soddisfatto del rendimento sia tua che della squadra?
“Non del tutto perché, personalmente, ritengo che avrei potuto fare di più ma nel girone di ritorno sono stato frenato dai problemi fisici. In generale, credo che dopo una grande partenza, non siamo riusciti ad avere la necessaria continuità ed è stato un peccato perché avevamo le carte in regola per ottenere un piazzamento migliore”.
Alla sesta giornata la Castellana era in testa alla classifica e poi per dodici partite è rimasta a secco di vittorie: cos’è successo?
“Sinceramente non so darmi una spiegazione. Le prestazioni ci sono sempre state, purtroppo si sono verificati molti episodi negativi e anche decisioni arbitrali sfavorevoli che ci hanno penalizzato. A volte, quando andavamo in svantaggio ci facevamo prendere dalla tensione e non riuscivamo a esprimerci come sapevamo”.
In casa contro il Falco fanalino di coda è arrivata una sconfitta clamorosa: è stato quello il momento più delicato del campionato?
“Credo proprio di sì perché ci siamo rialzati subito e inanellato una serie di risultati utili consecutivi che praticamente ci ha permesso di salvarci. La società ci ha fatto sentire tutto il suo appoggio e noi siamo stati bravi a rimboccarci le maniche e a reagire. Mi dispiace solo di aver saltato alcune di quelle gare per infortunio e non aver potuto dare il contributo che avrei voluto”.
Come ti sei trovato con i tuoi compagni di reparto Faye Pape e Omorogieva?
“Benissimo con entrambi, specialmente con Ibou perché abbiamo giocato di più insieme ma direi che è stato abbastanza facile trovare la giusta intesa sia dentro che fuori dal campo. Dei miei dieci gol, ricordo con affetto il primo a Carpenedolo che è valso i tre punti e poi la doppietta all’ultima giornata contro il Darfo Boario, in particolare la prima rete perché finalmente ho interrotto un digiuno che durava da troppo tempo”.
L’anno prossimo vestirai di nuovo la maglia biancazzurra?
“Con la società non ne abbiamo ancora parlato, ma lo faremo presto”.
Stefano Aloe